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O di
qua o di là La mesta fine dell’esperienza di Scelta civica Il partito democratico
sembrerebbe aver perso negli ultimi tempi buona
parte dei suoi vecchi iscritti, in compenso è destinato ad aumentare i suoi
senatori. Tutto il gruppo di “scelta civica” guidato dal ministro Giannini
confluirà nel gruppo pd a Palazzo Madama. Resterà al suo posto il solo Mario
Monti, che del resto è senatore a vita. Gli effetti della promessa legge
elettorale si vedono: escludendo che possano mai venir
rieletti al senato, i transfughi di “scelta civica” sperano di trovare un
qualche spazio alla Camera entrando direttamente nel partito del presidente
del Consiglio. Si conclude così mestamente la mitica esperienza di una lista
che dal dover salvare l’Italia, si è ridotta a salvare le sue poltrone. Non
li invidiamo certo, anche noi abbiamo visto parlamentari e senatori aderire
ad un altro partito nel momento del bisogno, ed era il 1994. Da allora, le
possibilità di rappresentare una posizione di minoranza in Italia è sempre
stata più delicata e difficile. L’opinione pubblica si è convinta che le
formazioni minori, “i partitini”, non rappresentino mai l’interesse generale
attraverso una visione particolare della società italiana, ma semplicemente
che siano la causa di instabilità politica e magari di ricatto. Nemmeno che
le tante crisi di governo democristiane del passato, non dipendessero
dalla lotta fra correnti di quel partito, ma dai ghiribizzi dei loro alleati
minori. Grazie alla legge maggioritaria, i principali partiti iniziarono a
fare man bassa, convinti anche di perseguire la
lezione americana del bipartitismo. Curioso che il bipartitismo statunitense
si sia costruito nella totale assenza di un partito
cattolico e di uno comunista, i principali partiti dal dopoguerra al Roma, 6 febbraio 2015 |
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